“Metafore”, la personale di Meltem Akkaya alla Neoartgallery di Roma

“Metafore”, la personale di Meltem Akkaya alla Neoartgallery di Roma

Nelle opere di Meltem Akkaya si evince una rappresentazione informale e tendenzialmente astratta, in cui al rigore descrittivo presente fa da contraltare una forte esplosione di di forme che emergono allo stesso modo in cui i solchi si sviluppano sotto l’azione di un incisore che prepara la lastra per la stampa e il colore  si accanisce contro il supporto. Inaugura il 19 novembre alla Neoartgallery di Roma la personale “Metafore” dell’artista.

È un vortice  emozionale quello raffigurato dalla pittrice turca, il fermo immagine di un catapultamento percettivo e dei sensi, in cui, la forza del gesto segnico e il vigore della pennellata, scombussolano l’intero momento fruitivo. Un atto catartico ed emergente, un’onda che tutto travolge ma che tutto fa tornare alla luce. Il colore si fa latrice di istanze espressioniste  e dialogano con con lo spettatore travolto dalle immagini ognuna delle quali contiene una fitta narrazione definita o metaforica alludendo per lo più a paesaggi urbani e monumentali dei luoghi cari all’artista. 

Tanto ardore, Meltem Akkaya lo ricalca attraverso la maestria tecnica, mediante cui affida alle sue vernici,  la volontà di andare a fondo nella psiche umana, nella memoria del nostro tempo, della nostra storia e del nostro più intimo sentire.

Meltem avvolge le sue rappresentazioni con lo stesso vigore di uno Tsunami,  un’onda che spazza via, carica di significati allegorici, metafora psicologica di valenza plurima che si sostanzia mediante la continua stratificazione della materia pittorica, di cui ad ogni strato pare corrispondere una differente emozione. Un paesaggio dell’anima, certo, uno scatto fulmineo di intricate sensazioni che si muovono prorompentemente sul supporto e sembrano non riuscirsi a trattenere.

Le figure  valicano i  confini, unendosi in un tumultuoso intrico, nulla è lasciato fuori da questa onda amalgamatrice, l’immagine appare iconica della moderna contrapposizione tra forza della rappresentazioni  e la loro delicatezza pittorica, in senso reale e metaforico. La profondità del disagio, rappresentata spesso dal gorgo di immagini , emerge con tutta la sua forza creativa in attesa, tuttavia, di generare  calma e equilibrio.

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo, Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato“, spiega Haruki Murakami.

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